MAL DI SCHIENA IN IMMERSIONE SUB

MAL DI SCHIENA IN IMMERSIONE SUB

MAL DI SCHIENA O “LOMBALGIA”

Sembra che nell'arco della vita non esista persona che non venga colpita almeno una volta dal mal di schiena. Si tratta di un disturbo che colpisce persone di tutte le età e occupazioni, sia quelle che svolgano attività fisica pesante, come pure quelle dedite ad un lavoro sedentario.

Quali sono le cause di questo problema che alle volte resta piuttosto misterioso? Vi sono molti attori che collaborano nel mantenere la salute della colonna vertebrale e ognuno di essi gioca un ruolo importante; sostanzialmente parliamo di 5 personaggi diversi ognuno dei quali gioca un ruolo importante: legamenti, dischi intervertebrali, muscoli, ossa e nervi. Ognuno di questi deve cooperare con gli altri per evitare lo sgradevole disturbo, e la disfunzione di ognuno di essi si può riflettere sugli altri.

Mantenere in maniera prolungata la stessa posizione provoca uno stress e un affaticamento dell’apparato legamentoso, questo è l’organo preposto alla stabilità del rachide e può cominciare a far male per proprio conto. Esempio classico è il male che insorge dopo aver mantenuto un dito piegato al massimo per 1-2 minuti: quando si ricomincia a muoverlo fa male per alcuni secondi, ma non c’è niente di lesionato! Nel nostro caso stare in una posizione fissa con un carico sulla schiena (bombole e zavorra) stressa l’apparato legamentoso nello stesso modo. Dopo una lunga serie di stress posturali però la sua struttura si indebolisce e la sua debolezza può favorire l’insorgenza di danni ai dischi intervertebrali quando si eseguono particolari movimenti in modo atipico (come sollevare pesi in modo scorretto).

Il disco intervertebrale è una specie di ammortizzatore di cartilagine posizionato fra una vertebra e l’altra (che sono strutture ossee) ed è una delle strutture maggiormente esposte ad alterazioni strutturali, in quanto deve sostenere carichi importanti ogni qual volta si debbano sollevare o trasportare pesi. Con l’avanzare dell’età presenta una fisiologica perdita del contenuto di acqua, per cui è più fragile e soggetto a lesionarsi. Ad esempio un peso di 10 Kg sollevato in maniera scorretta può gravare sui dischi intervertebrali lombari con un carico di più di 200 Kg. Se il carico discale è arriva a 350 kg, il disco è a rischio di frattura con la possibile formazione di una ernia discale che deriva sempre da questa struttura.

L’altro protagonista del mal di schiena è la muscolatura del tronco; i medici però sono sempre molto colpiti nel valutare quanto grande sia la massa muscolare che avvolge il tronco e quanto pochi siano i sintomi da lei provocati. Si è constatato in numerosi studi che la muscolatura della schiena dei pazienti con dolore lombare è atrofica per cui si deduce che il mantenimento di un buon tono muscolare è fondamentale per il benessere di tutta la colonna vertebrale.

Gli altri due attori di solito sono delle comparse che vengono chiamate in causa dagli altri tre personaggi di cui abbiamo appena parlato quando vanno incontro a problemi.

La parte ossea è costituita dai corpi vertebrali con le faccette articolari e i segmenti ossei che permettono ai muscoli e ai legamenti di collegarsi alle vertebre, le cosiddette lamine con i processi ossei che da esse si distaccano. Le vertebre si possono schiacciare e presentare i cosiddetti “crolli vertebrali”. In un interessantissimo studio sperimentale effettuato su di una porzione di colonna vertebrale completamente privata della muscolatura e dei legamenti si notò che le vertebre si rompevano e crollavano se venivano sottoposte a un carico di solo 8 Kg! Questo serve a capire quanto importante siano i legamenti e la muscolatura della schiena per mantenere la struttura della schiena.

L’ultimo attore è il sistema nervoso periferico. I nervi e le radici nervose possono venire compresse dalle ernie discali e dagli speroni ossei che si possono formare sulle vertebre con il passare degli anni. In pratica subiscono l’influsso più o meno nocivo degli altri protagonisti. 

Consigli ragionevoli per prevenire il Mal di Schiena durante l’attività subacquea

  • Allargare la base di appoggio quando si deve sollevare qualcosa → Tenere i piedi un po' distanziati
  • Mantenere la base d'appoggio orientata nella direzione del peso da sollevare → Tenere un piede davanti all'altro
  • Per una maggiore stabilità → Flettere lievemente gli arti inferiori
  • Considerarsi un'unità unica → Il proprio corpo è tutt’uno con il peso da sollevare
  • Per ridurre la lunghezza del braccio di leva e la forza di gravità del carico → Tenere il carico da sollevare o da spostare vicino al nostro baricentro 
  • Si scarica fino all'80% del peso del tronco → Aiutandosi con l’arto libero c’è meno carico
  • Suddividere i carichi e usare facilitazioni come carrelli → Non ci si deve vergognare a chiedere aiuto: in due persone il peso viene diviso per quattro
  • Se si deve stare accovacciati a lungo → Appoggiare un ginocchio a terra (posizione del cavaliere servente). 
  • Se si deve lavorare restando bassi vicino a terra → Mettersi a quattro zampe
  • Per sollevare un peso dal basso all’alto → Chinarsi flettendo le ginocchia, con base allargata e colonna dritta.
  • Quando si trasportano dei pesi, non portare un grosso peso solo con un braccio, → suddividilo in due. 

 

pastedGraphic.pngSe si deve sollevare un oggetto bisogna EVITARE LE TORSIONI DEL TRONCO, MA SPOSTARE TUTTO IL CORPO VERSO IL PESO DA SPOSTARE

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Oppure abbraccia il peso e tienilo vicino al torace, tenerlo lontano dal torace provoca uno stress molto più grande ai dischi intervertebrali.

Infine ultimo punto da rispettare ma primo in ordine d’importanza la nostra zavorra deve venire suddivisa in più parti es. 2 Kg nel giubbino e il resto in cintura o ancor meglio una giberna con le bretelle.

RICAPITOLIAMO QUANTO DETTO 

Prevenire il mal di schiena è una responsabilità individuale che non può venire delegata ad altri, dobbiamo farci carico del nostro problema e non possiamo sperare che persone terze possano risolverci la situazione in modo definitivo!

    • La base fondamentale è eseguire i movimenti in modo corretto
    • La seconda cosa è la suddivisione e la minimizzazione dei carichi
    • La terza cosa molto utile è l’esecuzione QUOTIDIANA e per tutta la vita di 15 minuti di esercizi di rinforzo del rachide. (E’ possibile vedere una serie di filmati sugli esercizi da fare sulla mia pagina Facebook Studio Medico Ridulfo

On line esiste una serie praticamente infinita di testi scientifici per approfondire l’argomento. 

Se nonostante le raccomandazioni precedentemente descritte non si ottengono miglioramenti soddisfacenti è meglio consultare un medico esperto.

Dott. Giuseppe Ridulfo